26 dicembre 2006

IL SUPERBACHECO NE "ALL’ESTERO FUNZIONA TUTTO MEGLIO" "CON IL COMPUTER SI FATUTTO SUBITO"

Stanco delle sue avventure boreali il nostro eroe il Superbacheco decise di tentar fortuna nell’emisfero australe.
Come teatro delle sue nuove avventure scelse la Nuova Zelanda, giovane ed accogliente nazione che si trova agli esatti antipodi della penisola italica. Ormai solito a scontrarsi con le prassi più ardue della spinosa burocrazia nostrana e a far viaggiare i suoi incartamenti negli anfratti più reconditi del Belpaese, il nostro eroe non si spaventava di certo a misurarsi in quel lontano paese di cultura anglosassone che contava solo tre milioni di abitanti.
Fu così che dopo pochi giorni Don Backy decise di “informatizzarsi” dotandosi di un collegamento internet casalingo. Conscio che “all’estero funziona tutto meglio mica come in Italia” ed anche che “con il computer oggi giorno si fa tutto in un battibaleno”, confidava di poter riuscire nell’operazione nell’arco di pochi giorni. A confermargli queste sue sicurezze ci pensò subito la compagnia telefonica prescelta, dopo un giorno infatti, il supereroe ricevette una e-mail nella quale si congratulavano con lui della sua scelta, si felicitavano del fatto che anche lui stesse per entrare nella loro grande famiglia e lo rassicuravano che in quindici giorni al massimo avrebbe usufruito dei servizi richiesti. Convinti che senzameno sarebbero stati necessari meno di quindici giorni l’inafferrabile supereroe e la sua dolce metà fantasticavano ottimisticamente sull’evenienza di poter navigare già in quella settimana. Passarono così i giorni e passò anche la prima settimana e dei loro nuovi familiari nessuna notizia. All’alba del quindicesimo giorno l’inesorabile eroe si presentò al negozio della compagnia che millantava di “connecting people” e spiegò la sua situazione ad una commessa (ma con tanto di bigliettino da visita), la quale chiamò la mitica sede centrale dove qualcuno da chissà quale nebbioso ufficio gli spiegò che il fax del passaporto inviato insieme alla richiesta, era poco nitido per non dire addirittura oscuro.
Vedendo che anche il volto del imperturbabile eroe incominciava anch’esso a scurire, la commessa si scusò e assicurò al moro paladino che la loro nuova richiesta avrebbe seguito una procedura agevolata, anzi addirittura d’urgenza.
Incominciarono a trascorrere altri giorni nei quali tanto per mantenere alta la pressione sul diabolico negozio di telefonia, anche la dolce metà del backy vi fece una capatina. Al quinto giorno che cadeva di venerdì, per cui il Bacheco vedeva drasticamente ridursi le speranze di entrare nell’esclusiva famiglia, trovò una missiva che riaccendeva improvvisamente le sue speranze. Era la finora latitante dispensatrice di servizi.
L’aprì.
La data era antecedente di giorni OTTO a quella di arrivo, si insospettì.
La lesse.
Divenne una belva.
Era semplicemente l’avviso del precedente rifiuto della richiesta per il motivo ormai già noto del fax. Il Bacheco furioso si recò schiumante rabbia al negozio , chiedendosi come mai una compagnia telefonica che disponeva del suo numero telefonico della sua email e di tutti i suoi dati lo avvisava tramite posta per di più con una lettera che aveva impiegato otto giorni, otto, per arrivare. Pose questo interrogativa alla povera commessa nel suo inglese “benignano”. L’interrogata rispose evasivamente, ma subito si prodigò a telefonare alla “casa madre”. Fu così che apprese che c’era stato un nuovo intoppo. E Don Backy pensò che in questa nuova famiglia doveva esserci più di un figlio di puttana. La commessa che ripeteva meccanicamente le risposte del suo interlocutore all’imbufalito Don Backy, aggiunse che il problema era che il suo appartamento non esisteva. Si affrettò subito a spiegare maglio, al novello Peter Pan, il problema, quando vide la sua faccia diventare verde come il vestito dello svolazzante eterno bambino. Il complesso di appartamenti nel quale vivevano i due aspiranti navigatori cibernetici era di recente costruzione ed il loro appartamento in particolare non aveva avuto precedenti utenze telefoniche così risultava invisibile o inesistente ai poderosi database del gestore.
Detto questo la commessa sottopose l’inossidabile Bacheco ad una serie di incompresibili domande tipo: “il tuo appartamento è una unit o un flat?” ed anche: “Conosci il numero di telefono dei tuoi vicini?” Il supereroe addestrato a resistere ad ogni tipo di interrogatorio e di provocazioni, non parlò.
Anzi passò al contrattacco chiedendogli se non fosse il o di mandare un caro e vecchio tecnico in carne ed ossa a verificare queste cose nella sua abitazione piuttosto ad ostinarsi a voler risolvere tutto via computer e minacciò di passare all’odiata concorrenza se entro il mercoledì successivo non fosse stato dotato di connessione alla rete.
A quel punto i toni della commessa ( che a onor del vero era sempre stata gentile, forse per paura che l’ire del supereroe potesse abbattersi su di lei oltre che sui suoi padroni) si fecero ancora più reverenziali e al Bacheco fu elargita una ricarica telefonica di venti dollari neozelandesi sul proprio telefono cellulare oltre ad un’ irresistibile offerta per chiamare l’Italia a prezzi stracciati.
Tutto sembrava essersi finalmente risolto, il lunedì successivo arrivò il tecnico e anche una mail della machiavellica compagnia telefonica ( “with us, easier” uno dei loro slogan) che li avvertiva che il modem era stato spedito. Il giorno successivo addirittura una telefonata per avvertirli che la linea era attiva. Ma un’ ultima prova attendeva il nostro supereroe e la sua dolce metà.
Il modem arrivò proprio nell’unica mezz’ora in cui i due non avevano piantonato la casa, per cui al loro ritorno trovarono un avviso dell’arrivo del suddetto, che li invitava ad andarselo a prendere al deposito.
Subito partirono alla volta di codesto deposito che si trovava su di una lunghissima strada al civico 830, presero un autobus che però li lascio soltanto al civico 512. Incominciarono a camminare. Percorrere oltre 300 civici in Nuova Zelanda dove ognuno ha la sua casetta con il suo giardino non era cosa da poco così mentre si chiedevano come mai il pacco era stato riportato così lontano ( c’erano almeno tre uffici postali nelle vicinanze della loro residenza, e chissà quanti comunque più vicini di quello) e mentre maledivano l’estate che dopo più di un mese di assenza ingiustificata, decise di scoppiare proprio quel giorno, dopo aver sbagliato strada ad un bivio, realizzarono di trovarsi all’aeroporto (che era collegato al centro con ben due autobus).
Qui finalmente conquistarono il tanto desiderato modem e giubilanti tornarono a casa per connettersi.
Ma la felicità del SuperBacheco che sorrideva sprezzante delle avversità, nella crepuscolare luce che precede l’imbrunire non era dovuta solo alla conquista del modem, bensì alla consapevolezza che da quel giorno si sarebbe potuto fregiare del titolo di supereroe dei due mondi!


/Lorenzo Galieni/



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