27 dicembre 2006

2006

SUPERBACHECO CONTRO LA CUPOLA (del calcio)

Di solito i supereroi non perdono mai. Sono invitti e invincibili. Non il Bacheco. Il Bacheco una volta ha perso, ed ecco la storia.
Quell'anno sportivamente parlando sembrava iniziato nel migliore dei modi, il nostro supereroe si esaltava seguendo il Giro d'Italia dominato dal suo beniamino Ivan Basso, vero e proprio matador della corsa ciclistica. Don Backy aveva anche seguito la corsa dal vivo andando all'arrivo della tappa di Pontedera (11 tappa 50 km a cronometro vinti da Ullrich, ma dove Basso arrivando secondo incrementò il vantaggio sui suoi inseguitori) riuscendo a vedere il suo idolo da pochi metri durante la premiazione e addirittura facendosi regalare il bottiglione da 3 litri di spumante stappato dal campione varesino durante la cerimonia di consegna della maglia rosa. Inoltre al termine del Giro dopo anni di sospetti (anche se per il nostro eroe non si trattava di sospetti, ma di certezze scientifiche) finalmente scoppiava lo scandalo Calciopoli o Moggiopoli come é più corretto. La juventus veniva retrocessa in serie B (anche se il nostro Bacheco sperava nella C), il Milan penalizzato ed escluso dalla coppa campioni, l'Inter veniva risarcito di 10 anni di ruberie subite con uno scudetto assegnato a tavolino.
Era estate iniziavano i mondiali Backy sentiva che quella poteva essere la volta buona per l’ Argentina unica sua squadra del cuore per vincere la competizione vent'anni dopo l'ultima volta. La squadra sudamericana era tra le più serie accreditate alla conquista del titolo mondiale, mentre l'Italia sembrava una nobile decadente. Normalmente il Bacheco sperava sempre che l'Italia ottenesse un buon piazzamento ai mondiali e magari se l'Argentina veniva eliminata incominciava anche a tifare per gli azzurri, ma non quell'anno, no. In quel mondiale avrebbe tifato per chiunque piuttosto che per l'Italia che con il commissario tecnico-GEA Lippi, il capitano-sicario Cannavaro e il portiere-scommettitore Buffon rappresentava quanto c'era di più torbido nel panorama calcistico internazionale. Si, proprio loro che erano il lungo braccio della triade in campo, rappresentavano ora la nazionale ai mondiali, no il superbacheco non poteva tifare per loro, il nostro eroe non tifava mai per disonesti e ladri, no.
Con queste premesse iniziava il mondiale in Germania, già al secondo giorno di partite però ci fu un evento strano, molto strano. Il nostro eroe aveva scommesso sul risultato delle prime quattro partite pronosticando: Germania- Costarica vittoria Germania con più di un gol di scarto, Ecuador-Polonia vittoria Ecuador Inghilterra-Paraguay vittoria inglese con un solo gol di scarto e Svezia- Trinidad Tobago vittoria degli svedesi. I primi tre pronostici si rivelarono corretti così per intascare un pò di quattrini al nostro eroe non rimaneva che aspettare che la solida Svezia sbriciolasse la cenerentola Trinidad Tobago, ma il vento cambiò e nonostante la superiorità numerica sopraggiunta nel secondo tempo i (quel giorno) rincoglionitissimi nordici non andarono oltre lo 0 a 0 con I caraibici che avrebbero poi concluso il mondiale con due sconfitte e zero gol segnati all’attivo. Ma il Bacheco non colse quel segno premonitore e anzi dopo le vittorie della selecion albiceleste contro la Costa d’Avorio (2-1) e la Serbia (6-0 che il Bacheco festeggiò scolandosi traboccanti cicchetti ad ogni gol e finendo la partita con la più grossa sbornia pomeridiana della sua vita) era sempre più convinto delle eccellenti possibilità di vittoria finale della sua squadra del cuore. Intanto anche l’Italia aiutata dalla dea bendata passava il girone eliminatorio, e le gufate cosmiche del Bacheco avevano avuto successo soltanto nella partita che aveva opposto i mafiosi azzurri agli U.S.A. (squadra da sempre odiata da Don Backy, che però si era trovato costretto a sostenere in quella occasione).
Ma una mattina incominciò a capire, anzi quella mattina fu subito tutto chiaro. Alla vigilia della partenza del tour de France scoppiò la famigerata Operacion Puerto e il suo idolo Ivan Basso estromesso dalla corsa per sospetti (fondatissimi) di doping, quello stesso giorno il 30 giugno 2006, dovevano sfidarsi nei quarti di finale Germania e Argentina, mentre strappava dalla camera i poster del suo ex-idolo che sarebbe poi diventato noto come Birillo, Backy presagì il peggio e nel pomeriggio il peggio fu.
L’Argentina veniva eliminata dai padroni di casa tedeschi che, aiutati dall’arbitro che negava un solare rigore per fallo di mano commesso dal capitano dei crucchi Ballack sull’uno a zero per la selecion, si aggiudicavano il match ai calci di rigore. Dopo lo shock che ne seguì, shock che comportò la perdita della parola (eccezion fatta per bestemmie e mugugni) e dell’appetito per 48 ore, il Bacheco cercò di riaversi, nel frattempo l’Italia aveva raggiunto le semifinali eliminando due squadroni del calibro di Australia e Ucraina, Don Backy non riuscì a vedere la semifinale che opponeva gli odiati uomini di Lippi contro I carnefici dei suoi eroi. Fortunatamente il Bacheco era in buona compagnia, la sera della partita si trovava infatti ad un enorme grigliata in collina organizzato da un nutrito gruppo di dissidenti livornesi che stanchi di gufare senza successo avevano deciso di organizzare una lunga serata di bagordi, con il desiderio inconfessabile di ubriacarsi alla faccia di Lippi e dell’Italia intera, il Bacheco e I livornesi la sbornia se la presero uguale, ma l’Italia era in finale.
Per la finale il Bacheco era stato raggiunto nella città labronica dalla sua dolce metà, la quale sottovalutando il trauma emotivo che la partita di calcio poteva comportare al supereroe si organizzò con una coppia di loro amici per vedere la finale insieme.
Il gol di Zidane riaccese la speranza persa ormai da diversi giorni nel cuore del Bacheco che tra l’altro aveva anche scommesso sul verificarsi di questo evento, ma purtroppo il suo secondo pronostico ovvero la vittoria dei transalpini per 2 a 1 non si verificò mai.
Il cielo era azzurro sopra Berlino, il cielo era azzurro anche sopra Livorno dove la minoranza “patriottica” si era riunita a Piazza della Repubblica a festeggiare, il cielo era azzurro in tutta Italia tranne che sulla testa del povero Bacheco dove si addensava una nuvoletta nerissima.



/Lorenzo Galieni/



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