Oggi 19 dicembre 19… Roma è un mare bianco illuminato dal sole e papà ci porta al centro commerciale per chiedere i regali a Babbo Natale.
R. ha scritto la letterina dopo aver chiesto consiglio a me che sono più grande e ci siamo accordati su Fisto dei Masters e Leech degli Horda per lui, la Turbo Duello e il Memory Clementoni per me.
“Anche se c’è il sole fuori fa freddo!” sentenzia mamma dopo averci imbottito di sciarpa, guanti e cappellino di lana dai quali puntualmente papà ci libera in ascensore. Arriviamo al centro commerciale: è grandissimo, un corridoio lungo lungo con dieci negozi, un fornaio, la farmacia e il bar alla fine della galleria.
È lì fuori che sta seduto Babbo Natale, su una poltrona rossa decorata di festoni con dietro un piccolo alberello colorato da luci musicali, circondato da bambini che scalano le sue ginocchia per chiedergli di portare i tanto desiderati giocattoli: “io voglio il Crystal Ball… io voglio il Sapientino… io voglio il camper di Barbie… io voglio il castello di Greyskull… io voglio il Dolce Forno Harbert per aiutare la mamma a fare i dolci… io voglio un pallone e una bicicletta…”
Lui sorride sotto la sua barba bianca che a volte sembra cadere, dice di sì a tutti e nell’attesa di scendere dai loro camini distribuisce sacchetti di biglie ai maschietti, mollettine colorate per capelli alle femminucce e caramelle a volontà. Quando è il nostro turno lascio il posto a R. che apre la letterina e inizia a leggere le nostre richieste; lui sorride, mette la lettera insieme alle altre nel sacco marrone che ha vicino gli stivali e ci ricompensa con biglie e caramelle. Io sono grande per sedermi su di lui e gli stringo la mano come un ometto mentre lui si aggiusta ancora la barba.
Ma ora che sono vicino mi sembra di conoscerlo questo Babbo Natale. La sua voce profonda e un po’ roca l’ho già sentita. I suoi occhi stretti e azzurri li ho già visti. La barba non può cadere, sembra finta.
E mentre mi scervello tra mille domande, la rivelazione arriva dalla cassiera del bar: una signora più vecchia di mamma che si affaccia alla porta e chiede a Babbo Natale: “Nicò, le Muratti dove le hai messe?”
Ecco chi era! Babbo Natale è Nicola il barista! Un travestimento insospettabile dietro il bancone per quasi un anno, per far felici i bambini in pochi giorni.
Sorrido felice come chi ha capito tutto all’improvviso e mentre mio fratello gioca con altri bambini mi avvicino a papà, facendogli cenno di abbassarsi, e gli sussurro all’orecchio: “ho scoperto l’identità di Babbo Natale! È Nicola!”
Lui ride di cuore e mi dice sottovoce: “sì ma non lo dire a nessuno, sennò deve cambiare travestimento.”
Ho un segreto fantastico da custodire. R. è ancora piccolo e non può capire, meglio non dirgli niente.
Usciamo dal centro commerciale perché è quasi ora di pranzo e mamma ci aspetta; mentre ci incamminiamo verso casa vedo R. che si guarda a destra e a sinistra, con aria curiosa.
“Che stai cercando?” Gli chiede papà.
“Sto cercando di scoprire dove ha parcheggiato le renne.”
1 commento:
Natalizio. molto natalizio. bravo
adesso capisco tante cose dato che giocavi con i Masters...
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