15 febbraio 2007

Terzo capitolo

Da REV numero 8 - Incontri ravvicinati

I due si ritrovarono lì. In quella stanza semplice ma dignitosa, che ricordava una di quelle pensioni a due stelle del centro città, vicino alla stazione centrale. Stanza composta da due lettini singoli con rispettivi comodini, una bagnetto con il minimo indispensabile per lavarsi, e un piccolo armadio dove mettere le proprie cose. Lei indossa una vestaglietta semplice che copre una camicia da notte ancor più semplice, calze e ciabatte. Lui ha un pigiama azzurro cielo, vestaglia marrone old england, calzini e pantofole.
Si guardavano con una certa insistenza. Seppur avevano cenato insieme ai loro amici appena 15 minuti prima, sentirono l’esigenza di non fermarsi con gli altri davanti alla TV ma di ritirarsi in stanza. Una strana voglia era presa a entrambi. Voglia che ormai non sentivano da molto tempo… troppo tempo.
Lui si avvicina a Lei, le sfiora i capelli fragili, bianchi. Le sussurra delle parole incomprensibili… Lei sorride, abbassa il viso e imbarazzata si lascia sfiorare e baciare il collo.
L’emozione sale. Lentamente si levano tutto ciò che ricopre i loro corpi grinzosi e si adagiano sul letto. Lui con la sua mano pesante e rugosa le sfiora il viso, la bacia, la continua a toccare ovunque e lei piano piano si lascia andare.
Non si sentono addosso i loro anni , mai come in questo momento avere ottantatre anni è stato un problema.
Entrambi si abbracciano, senza sentire nessuna fatica; nessun dolore osseo li attanaglia, la prostata per lui non è più un fastidio, la cervicale e i dolori alla schiena lei non li sente più… e lentamente, senza fretta e gustandosi ogni momento... fanno l’amore.
Lo faranno per tutta la notte. Dimenticandosi degli amici, dei nipoti e dei figli che li hanno abbandonati in quella specie di pensione e soprattutto celebrando questo momento come il primo atto d’amore che la loro terza età gli ha donato.

/Alessandro Ibba/


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