27 dicembre 2006

2000

14 settembre 2000 - Dieci concorrenti (il numero è aumentato nel corso delle varie edizioni) devono convivere per una durata massima di cento giorni in un appartamento. I concorrenti sanno che telecamere e microfoni registrano tutto quello che succede, in ogni punto della loro “dimora” e in ogni momento. I concorrenti non possono comunicare con l’esterno né ricevere notizie: sono senza telefono, giornali, radio, tv, orologi. L’unico contatto col mondo è il “Grande Fratello” col quale possono parlare, uno alla volta, in una stanzetta adibita a questo scopo, “il confessionale”. Il budget a disposizione di ogni concorrente è minimo; anche gli effetti personali e i generi di conforto sono ridotti all’essenziale. Tutto ciò ha lo scopo di costringerli ad interagire di più, evitando che si isolino. È un gioco ad eliminazione: ogni settimana i concorrenti dovranno fare il nome di un compagno/a che vorrebbero abbandonasse la casa; le due o più persone più votate saranno sottoposte al giudizio del pubblico, il quale tramite televoto sancirà l’eliminato.
L’ultimo a rimanere nella casa vincerà il premio finale.

Sono passati dieci anni da quella prima edizione, eppure Il Grande Fratello continua ad essere una colonna portante della programmazione di Canale 5.
Tutti lo criticano, nessuno lo vede o almeno così rivela, eppure anche questa decima edizione, ha ascolti altissimi, numeri rari per la televisione di oggi che fanno sorridere i vertici Mediaset.
Ma cosa si nasconde dietro questo reality? Cosa incuriosisce il telespettatore? Possibile che dopo tanti anni e soprattutto dopo aver visto accadere più o meno di tutto, ci sia ancora la curiosità di spiare ed osservare i comportamenti di sconosciuti che in breve tempo si trasformano in “piccoli vip”?
Eppure è così, anzi, per fortuna è così e speriamo continui ad esserlo, specie per tutte le persone che quotidianamente ci lavorano. La macchina del Gf è una struttura amplissima, piccoli ingranaggi che ventiquattro ore su ventiquattro si incastrano tra di loro, dando vita al reality più chiacchierato in assoluto, lo zoccolo duro di questo genere televisivo. Ma passiamo al sodo.
La famosa casa è costruita sull’altrettanto famosa collinetta, all’interno degli Studi di Cinecittà. Set blindatissimo; solo chi munito di pass può superare i due gabbiotti della vigilanza ed accedere all’ingresso del Gf. Dopo una ripida salita, si arriva alla nota passerella, quella dell’ingresso dei concorrenti; il corridoio rosso che trasforma con pochi passi il vicino di casa in una star. Ma questo è un altro argomento.
La passerella è al centro, sulla sinistra la porta rossa e la casa del Gf; sulla destra gli uffici, di chi come me, h24 è a disposizione del Gf stesso. La parte tecnica invece è suddivisa sui tanti container che circondano l’intera struttura.
Ma scopriamo di più.
L’intera casa è circondata da un binario, sul quale scorrono le telecamere, presidiate dagli operatori; il corridoio che circonda la casa è buio e nero, per evitare che la luce entri e a sua volta possa far vedere o intuire qualcosa agli abitanti della casa che nonostante nessuno ci creda, non hanno alcun tipo di contatto con il mondo esterno.
L’impatto che si ha con il corridoio della casa è molto forte; ricordo la prima volta che andai in perlustrazione: la sensazione di osservare un grande acquario dove non ci sono pesci ma persone, persone come te e come me, che scelgono di chiudersi e privarsi di una vita “normale” e soprattutto di una vita privata, per raggiungere la notorietà o chissà cos’altro. Stranezze.
I vetri specchiati permettono di entrare in quella casa, di entrare in quelle vite che con il semplice meccanismo della messa in onda diventano vite di tutti. Loro invece sono esclusi dall’esterno, da quella parte di mondo che invece li giudica, li critica, li odia e li ama. Ma loro non lo sanno, a volte lo immaginano, ma non lo sanno.

Reclusi in uno spazio più o meno grande, tra alti e bassi trascorrono i loro giorni.
Oltre agli altri concorrenti con cui sono costretti a vivere, talvolta a sopravvivere a quest’esperienza, una sola voce amica, quella del Gf. Ma chi è il Grande Fratello? Chi si nasconde dietro quella voce? Chi è?
E che cosa fa?
Cinque persone che si alternano per dare una presenza costante, un punto di riferimento, un appiglio, un sostegno. L’unico supporto a provenire dall’esterno. Fondamentale il suo ruolo. Per molti è la voce dello sceneggiatore, di colui che in qualche modo pilota questo gioco, lo crea, lo plasma in base ai gusti dei telespettatori, ma non è così. Troppo facile. Sarebbe troppo semplice creare situazioni che possano far salire l’audience, troppo ingenuo consegnare un copione e farlo recitare e loro attori troppo bravi, da oscar direi, se realmente fosse così. Ma non lo è. Non proprio così, almeno. Il meccanismo è un pochino più sottile e sfugge allo sguardo di molti. Il gioco è psicologico e il Gf è un esperto di menti, sa cosa dire e come intervenire quando uno dei concorrenti per cercare un po’ di tranquillità entra nel noto confessionale. Il trucco si nasconde tra quelle pareti rosse fonoassorbenti, si gioca con la testa della gente, spicciola psicologia, ecco il trucco delle dieci edizioni di successo del Gf, altro che copione.
Il Gf fisicamente si trova in una piccola stanzetta all’interno della regia, alle spalle della casa ma dalla parte opposta degli uffici. Si entra e circa 80 piccoli schermi spiano ogni angolo della casa, anche il bagno ma solo per motivi di sicurezza. Su due sedie di fronte a questi monitor i registi, pronti a scegliere le immagini da mandare in onda; alle loro spalle due logger, ossia persone che descrivono le immagini mandate in onda, nelle orecchie le voci dei concorrenti. Panico. E poi ancora i tecnici dell’audio, i tecnici video, i montatori e gli informatici, figure professionali che lavorano ininterrottamente per confezionare questo prodotto, una striscia quotidiana di circa mezzora e una diretta di quasi tre ore. Ma non finisce qui. C’è una parte più pratica che scinde dal programma stesso o meglio va oltre a quello che si vede
La vita della casa scorre in modo parallelo con la vita delle persone che ci lavorano.
Qualsiasi richiesta, qualsiasi problema, qualsiasi necessità dal confessionale arriva alla produzione, la quale poi risolverà. Gli abitanti della casa non incontrano mai nessuno tra quelle mura, nessun viso che non sia quello di uno dei compagni di questa avventura, eppure nella casa entriamo, anche spesso.
A partire dalle prime ore del mattino, mentre i ragazzi dormono, si entra nel magazzino. Noi addetti ai lavori accediamo dal corridoio nero, smontiamo il binario, apriamo la porta chiusa a chiave e accertandoci del fatto che dentro non ci sia nessuno, entriamo. Lo stesso sistema lo utilizziamo per il confessionale. Magazzino e confessionale sono le stanze dove entriamo più spesso. Proprio per questo gli inquilini della casa non hanno accesso diretto a queste due stanze e devono suonare al Gf per farsi aprire, per evitare che ci si incontri.
Per lo stesso motivo prima di accedere all’interno della casa avvisiamo il Gf e la regia, per evitare di andare in onda.
C’è molta attenzione nel dietro le quinte del Gf, nessuno ci crede eppure c’è un grandissimo lavoro dietro.
Al mattino il magazzino viene rifornito di acqua, batterie per i microfoni e sigarette, sette a testa per ogni concorrente. Inoltre la spazzatura, raccolta differenziata all’interno della casa, viene buttata e i contenitori vengono rimpiazzati da nuovi sacchetti dell’immondizia, pronti ad esseri riempiti in un altro giorno di reclusione.

Ogni volta che bisogna mettere qualcosa in casa da un’aspirina alla spesa, da un accappatoio ad un rasoio elettrico la prassi è questa. Diversa è la situazione se c’è un problema tecnico o comunque un intervento da effettuare all’interno della casa, in una stanza diversa dal magazzino e/o dal confessionale. A questo punto i concorrenti vengono rinchiusi nelle camere da letto o comunque chiusi tutti insieme all’interno di un’unica stanza e noi o chi per noi, può entrare e riparare il guasto o allestire nuove scenografie o quant’altro possa accadere tra quelle mura.
Particolare il set se così vogliamo chiamarlo del Gf, per noi semplicemente la Casa che nel tempo diventa un po’ la nostra Casa, la nostra collinetta; gli orari dei turni che variano settimanalmente coprendo le ventiquattro ore, impediscono di recuperare ritmi normali; il tempo scorre tra giornate più o meno tranquille e le dinamiche del gioco si intrecciano in qualche modo con quelle della nostra vita. Meccanismi ormai automatizzati ed assorbiti, piccoli anelli di una catena ormai solida, indistruttibile. E delle volte capita di farsi delle domande sul lavoro che si fa. Ci si chiede se è normale preoccuparsi degli assorbenti di Veronica e delle lenti a contatto di Daniele; ci si chiede se sia giusto raccogliere con i guanti in lattice i loro accappatoi e asciugamani per portarli in tintoria; ci si preoccupa per le loro allergie e la loro influenza; tutto questo è molto surreale per un certo senso, per l’altro è la realtà, è il gioco della realtà e in qualche modo noi ne facciamo parte.

/Claudia Simonetti/



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