31 dicembre 2006

Arrosticini in fuga

Piovono numeri


L’emarginazione è una questione di cifre.
Piano C.A.S.E.: 30 lotti costituiti ognuno da 5 edifici per un totale di 150 edifici.
4.500 case prefabbricate per dare un tetto a circa 15 mila sfollati che hanno case gravemente danneggiate classificate E ed F.
Famiglia con vittima nel sisma cinque punti.
Figlio minorenne cinque punti.
Anziano di oltre 85 anni due punti.
Invalido due punti.
Questa è la bozza della graduatoria per l’assegnazione degli appartamenti del progetto C.A.S.E. Questi appartamenti però, basteranno solo per un terzo degli sfollati e ciascuno di essi sarà costato 4 volte una graziosa e provvisoria casetta di legno.
Sono nate e cresceranno, mini new town in estrema periferia, prive di servizi, con un grave impatto sul territorio rurale e di difficile ridestinazione.
Ma una new town non si costruisce con una procedura d’urgenza espropriando terreni a prezzo agricolo a chi ha già perso tutto.
La tanto temuta speculazione edilizia è avvenuta sotto gli occhi di tutti e il committente è ancora una volta lo stato.
“Saranno delle case bellissime, delle ville, con giardino, fiori e stampelle per gli abiti negli armadi”. Dopo una “vacanza in campeggio”, una piccola porzione di sfollati potrà finalmente dormire sotto un tetto sicuro, accolta dalle amorevoli cure del nostro governo:
"Le lenzuola con le iniziali e nel frigorifero una torta, lo spumante e un biglietto di auguri con la scritta 'serena vita nella nuova casa'".
L’emarginazione è perdere tutto in 20 secondi, riparare 5 mesi in una tenda con la promessa di una casa nuova, essere sfollato dalla tenda con un preavviso di 48 ore per essere nuovamente destinato in un albergo o in una caserma fino a data da stabilire;
l’emarginazione è dover percorrere anche 100 km per andare al lavoro o per portare i tuoi figli a scuola;
l’emarginazione la stanno vivendo tutti i piccoli paesi del cratere, che lontani dai riflettori, non hanno ancora visto ricostruire nulla.
Emarginato è il cuore pulsante dei terremotati, il centro storico derelitto, trafitto, puntellato, transennato, abbandonato.
La zona rossa, rossa del sangue dei nostri morti.


/Barbara Lalli/

Dal prossimo mese Barbara Lalli terrà sul sito www.revonline.it un diario dall'Abruzzo



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