La notizia si diffuse velocemente nel Regno e presto si formò una lunga fila di curiosi che volevano a tutti i costi vedere da vicino quella incantevole ragazza condannata all’immobilità per sempre. Nani, maghi, principi e strane creature confluirono da ogni dove per rendere omaggio a Biancaneve, tutti meravigliati che la beltà della giovane rimanesse sempre intatta.
Gli anni trascorsero e la fama della “fanciulla sempre bella” raggiunse livelli inaspettati dalla stessa matrigna che, sempre più invidiosa di Biancaneve, non riusciva a capacitarsi di come la figliastra potesse continuare ad esercitare il suo fascino su tutte le creature del Regno anche da morta.
“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”
“Bella, o Regina sei tu, ma Biancaneve è bella ancor di più!”
Immediatamente Biancaneve cominciò a scomparire. I suoi capelli neri come piume di corvo si incenerirono, le sue labbra rosse come sangue si dissolsero e la sua pelle bianca come neve si sgretolò. La matrigna scappò via tra lo stupore generale e la disperazione dei Sette Nani, cercando rifugio nella foresta. Un principe assistette inorridito alla scena e pronto a far vendetta, sguainò la spada, mettendosi all’inseguimento della vecchia finché non la raggiunse e la trafisse al cuore.
I Sette Nani esultarono e insieme a loro il Principe e i fedeli ammiratori della fanciulla che in suo onore eressero il più grande e bel monumento di tutto il Regno per ricordare per sempre la favola di Biancaneve.
/Claudia Piacentini/
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