Una voce dall’alto lo sorprese, chiamando per nome. Era il suo creatore a chiamarlo, il creatore dello show tv di cui Truman era il protagonista. Gli chiedeva di restare, di continuare a essere la star di quel mondo appositamente creato per lui.
Truman restò alcuni istanti in silenzio fissando il buio oltre l’uscita. Nel mondo reale lo attendevano le stesse bugie, gli stessi inganni e le stesse paure. Era in diretta e tutto il mondo lo stava osservando trepidante per la sua scelta.
Poi finalmente, Truman si voltò verso l’alto, come a guardare il suo creatore, e senza dire alcuna parola richiuse la porta d’uscita restando dentro il suo mondo. Fu per la paura di un mondo sconosciuto ma anche per la vanità di essere una star che decise di restare nel Truman Show.
Ricominciare il reality fu complicato per tutti, adesso Truman viveva con la piena consapevolezza che tutto quello che lo circondava era falso, che tutte le persone che conosceva, che tutti gli amici, recitavano un ruolo. Truman stesso cambiò il suo atteggiamento e le sua abitudini. Cominciò ad atteggiarsi, a recitare anch’egli, sapendo benissimo di essere una star. Da timido e gentile qual’era diventò sbruffone e arrogante, allontanando un certo target di pubblico che lo aveva seguito sin lì, attirando però nuovo e ancor più pubblico, perché gli arroganti e gli sbruffoni fanno più audience, le situazioni volgari e cattive fanno più spettacolo e perché la gente piange più spesso.
Così il pubblico, quasi raddoppiato, assisteva piacevolmente seduto davanti alla tv ai capricci di Truman: alle sue mille relazioni sentimentali con qualsivoglia comparsa e alle numerose azzuffate scatenate da futili motivi. Per contratto gli attori dello show non potevano affrontarlo così Truman l’aveva sempre vinta e il suo ego cresceva a dismisura.
Passati gli anni, con l’ego di Truman talmente grande da soffocare dentro l’enorme set che lo ospitava, lo show si tramutò da un reality su di un uomo qualunque a uno spettacolo su di una star e i suoi eccessi. Numerose furono le situazioni al limite della decenza e ancor di più quelle che, secondo il Moige, sfociarono nel trash tanto da richiedere l’intervento della voce del creatore per stemperare le ansie degli attori o l’agitazione di Truman. Ma Truman non si placava e proseguiva le sue scorribande in città come fosse il capo di una gang di strada.
Ma con l’avvento del 2012 arrivò la fine del Truman Show. Le voci sulla possibile fine del mondo, secondo una vecchia teoria dei Maya, non preoccupavano nessuno, quello che invece spaventava tutti, dagli attori ai produttori dello show, era l’avvento del digitale terrestre e la conseguente perdita, per lo spettatore, del cambio nano-secondario di canale.
Quando l’Italia fu digitalizzata lo spettatore si ritrovò con un nuovo telecomando e cominciò davvero a non capirci più nulla. Accendere la tv era diventata un impresa: dopo aver premuto una serie di tasti occorreva poi sintonizzare i canali, e qui avvenne il putiferio. Mille e più canali popolavano adesso la televisione, alcuni si ripetevano inutilmente più e più volte, altri avevano la dicitura +1, +2, +3, come se davvero il pubblico fosse interessato a recuperare un programma che non aveva voluto vedere uscendo appositamente di casa. Vi era inoltre la difficoltà di sintonizzare le reti in determinati canali. Insomma: un macello che investì in pieno il Truman Show; che il 21 dicembre (da notare la curiosa coincidenza con la profezia Maya!) venne sospeso perché i dati auditel rasentavano lo zero. Così Truman, da star divenne la stella cadente delle vacanze natalizie del 2012.
Dall’avere un intera città tutta per sé, Truman si ritrovò senza un tetto sulla testa. Non poteva vivere neanche di ospitate tv: la gente stava abbandonando i televisori in autostrada, che al contrario dei cani non suscitavano le suppliche degli animalisti ne di altri piagnucolosi, e i programmi tv chiudevano uno dopo l’altro, lasciando vuoti i grandi studi. Così non gli restò altro che raccattare qualche spicciolo in cambio di un goffo balletto.
/Alessio Angelico/



1 commento:
ahaha geniale e molto attuale.
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