25 dicembre 2006

Non credo... Non so... Chissà...

Io non credo di piacerle. Non credo proprio di essere il suo tipo. Sai, lei è così... carina! Semplice nel suo gusto un po’ orientale, la sua pelle olivastra, i suoi occhi scuri ma luminosi. Incontrandola non capisco se mi sorrida per pura simpatia o se in quella simpatia che le fa sorridere tutto il viso ci sia celato qualcosa di più. Non riesco a scambiarci molte parole: non per una distanza culturale, ma perché ogni volta è come se il mio sistema cerebrale andasse in tilt fermando le nostre conversazioni poco più in là di un “ciao, come stai?”. Resto sempre con una sensazione di incompiutezza dentro, con quella voglia di perderci in soavi discorsi che mi rimane strozzata in gola. I suoi modi gentili mi invitano al confronto, all’andarla a ricercare per dare vita ai pensieri che ora sto imprimendo su questo foglio bianco. Ma non so se anche lei possa cercare questa condivisione, se anche in lei viva il desiderio di perdersi lungo i viali ombrosi del parco ad accordare le nostre voci come su uno spartito musicale per due cuori che battono ritmi asincroni ma non dissonanti. Non so, non capisco... Chissà cosa penserà di me quando incrociandoci perde la mia goffa figura dietro un angolo, o quando, per caso, restiamo qualche istante a guardarci dopo i saluti di rito. E’ difficile immaginare cosa possa avere dentro, così come è difficile mettere in ordine i miei pensieri che rapidi sgorgano davanti al suo ricordo. Un caos di sensazioni, di desideri, di sogni e di domande che si rincorrono, che non hanno una risposta, ma al più qualche supposizione. Perché è difficile decifrare un pensiero da una manciata di incontri, da un pugno di parole.
Non so, a dire la verità, se troverò mai il coraggio di muovere piede verso quel viale ombroso: mi sento così distante da lei che la paura di farmi avanti è tanta. La paura che quella diversità, che vedo tra di noi, possa essere un ostacolo difficilmente superabile e non il completamento di due metà diverse. Allo stesso tempo, però, credo che sia un errore quello di rimanere qui e non dare un seguito a tutto questo: non capita tutti i giorni, anzi, non mi è mai capitato prima d’ora, di trovarmi a vivere sensazioni così embrionali ma allo stesso tempo così forti e credo sia un vero peccato lasciarle disperdere.
Non so cosa sia giusto fare... dentro di me, c’è solo tanta confusione.


/Mauro Giorgini/

Stampa il post

Nessun commento: